Le felici condizioni ambientali e le caratteristiche del suolo gaetano, favorirono fin dall’Età Repubblicana il fiorire di aziende rurali fondate sull’allevamento del bestiame e l’agricoltura specializzata, in grado di esportare i prodotti anche nel bacino del Mediterraneo. Il collegamento tra questi insediamenti, accessibili soprattutto dal mare, venne assicurato da una strada identificata con quella aperta nel 184 a.C. dal censore L. Valerio Flacco. Secondo un noto passo di Livio (39, 44, 6), Flacco “costruì una diga (molem) presso le fonti di Nettuno (Neptuniae aquas) per permettere il transito di una via che fece passare per i monti di Formia (Farmianum montem)”. La presenza di questo asse viario, che non è da escludere ribattesse almeno in parte un tracciato ancora più antico, favorì l’intensificarsi dell’economia locale con la nascita di fattorie la cui vitalità era ovviamente connessa allo sviluppo delle linee di comunicazione e allo sviluppo del turismo con la nascita delle “ville marittime” dette anche “ville costiere” dell’aristocrazia romana.
Dell’Antica Via Flacca restano ancora oggi delle testimonianze visibili presso la strada che unisce Sperlonga a Gaeta ma è indubbio che il panorama in cui sorse ha rivelato di colpo uno dei tratti di costa più straordinari d’Italia.