Un'intensa giornata immersi nel meraviglioso mondo dei libri: è la proposta della rassegna culturale Vivil'Arte 2015 per lunedì 16 marzo prossimo.
Alle ore 11, nell'Aula Magna dell'Istituto Nautico Caboto di Gaeta, si terrà la presentazione del libro "Le stelle ci guidino e la Madonna ci protegga" di Antonio Cesarale. il testo, come scrive l'autore nella prefazione, è una ricerca sulle vicende di coloro che saliti, su un bastimento, non tornarono più alle loro case. Tutte le marinerie d'Italia: ligure, toscana, gaetana, procidana, sorrentina ecc. hanno retaggio di gloria fondato sull'ardimento, e doti personali di altissimo livello, funestato dai lutti per le perdite subite in mare....... risuscitare la memoria e restituirla all'anima della comunità quale ideale e onorata sepoltura
Alle ore 18, nella chiesa della Sorresca a Gaeta Medievale, lo scottante tema della violenza di genere sarà affrontato attraverso la presentazione di due libri diversi, ma accomunati dallo stesso filo conduttore.
I labirinti del male di Luciano Garofano (Infinito Edizioni), ex Comandante del RIS di parma, Generale dei Carabinieri in ausiliaria, docente universitario, biologo, Presidente dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi, è Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana e Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana. Consulente di serie televisive e di programmi tv, ha scritto "I labirinti del male" a due mani con Rossella Diaz. I labirinti del male è un’approfondita indagine nell’universo della violenza contro le donne e un invito a denunciare per reagire a questo scempio. Infatti, nel mondo ogni otto minuti viene assassinata una donna. In Italia ne viene uccisa una ogni due giorni. Sono prede facili, indifese, emarginate, spesso abbandonate da tutti.
Mi chiamo Beba di Palma La Vecchia (Infinito Edizioni). L'autrice è originaria di Barletta, città che ha lasciato fin da giovanissima per intraprendere gli studi universitari in Architettura. Nel 2003 si arruola nell’Arma dei Carabinieri, e dopo diversi incarichi, tra cui anche uno a Gaeta, attualmente vive e lavora ad Alatri.
Mi chiamo Beba racconta il dramma silenzioso e struggente che molte donne, quotidianamente, vivono tra le loro mura domestiche. Donne di diversa provenienza geografica, culturale, sociale, religiosa, anagrafica, eppure accomunate da un legame affettivo malato, un tempo confuso per amore, e di cui, ormai, sono prigioniere. Per molte di loro, purtroppo, l’epilogo si trasforma in terribili fatti che la cronaca, quotidianamente, rende noti; per molte altre, gli anni scorrono nel muto dolore di chi crede di non avere vie d’uscita. Eppure, una via di salvezza può esistere, ed è quella che Benedetta, la protagonista, per amore del suo bambino, Mattia, deciderà di percorrere.
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