I Musicisti del Presepe
a cura di Ambrogio Sparagna
Nelle rappresentazioni presepiali tipiche della tradizione italiana i musicisti rivestono un ruolo simbolico molto importante. Cerimonieri dell'avvenuta profezia evangelica, i tanti suonatori che caratterizzano la scena presepiale vengono presentati all'interno di spaccati di storia quotidiana dove il fare musica è un elemento essenziale e naturale. E' così importante la loro funzione che gli artisti presepiali da sempre ricostruiscono con pregevole attenzione miniaturistica i musicisti nell'atto di suonare collocando l'immagine all'interno di varie scene fra cui spiccano gli zampognari sempre protagonisti delle rappresentazioni della Natività. Nei tanti presepi in stile settecentesco napoletano che ancora vengono allestiti sia nelle chiese che in moltissime case del territorio del Golfo di Gaeta ai suonatori di chitarre e “tammorielle”, di "tiorbe a taccone” e “colasciune”, di “viole” e “violune” spetta il compito di animare molte scene ambientate nelle tipiche taverne. Nelle riproduzioni di strumenti a corde come la “tiorba a taccone”, un cordofono di grandi proporzioni suonato con un'apposita penna (taccone) o il calascione, gli artisti presepiali sfoggiano una straordinaria ricercatezza nei particolari, realizzando una serie di intarsi di osso, avorio e madreperla. Ma quello che più colpisce è la raffigurazione dei volti scavati e rugosi dei personaggi che sembrano richiamare alcune descrizioni di sant'Alfonso dei Liguori sui “lazzari” napoletani, quei poveri e umili pastori costretti a vivere in condizioni esistenziali di idigenza e fame endemica a cui il messaggio evangelico dona fede e speranza. Intorno alla presenza di questi personaggi si sono diffusi moltissimi canti che fanno da corona alle scene presepiali che ancora tanti appassionati allestiscono con grande attenzione in tutto il territorio della Riviera d'Ulisse e a Gaeta in particolare. In molte chiese della città, così come in molte case private, è vivivissima la tradizione di allestire presepi artistici in stile settecentesco dove un posto importante è sempre rappresentato da tanti musicisti e cantori tradizionali. Davanti a queste rappresentazioni presepiali di grande fascino artistico e intrise di devozione popolare si perpetuano le tradizionali novene che vengono animate dagli zampognari locali provenienti dall'area dei Monti Aurunci che spesso eseguono una serie pastorali, come quella riportata nell'esempio qui allegato, insieme ad alcuni canti fra cui l'esempio qui riportato che richiama i motivi narrativi tipici del repertorio di Sant'Alfonso Maria dei Liguori:
“ Jettero li pasturi alla capanna
pe’ ritrovà Giuseppe co’ Maria
a mmiezz’’a loro c’era un bianco viso
ch’era ‘nu piezze de’ Paradiso
restareno incantate e a voccaperta
pe’ tanto tempo senza di’ parola
jettarono suspire da dint’o core
cacciarono a migliaia atte d’ammore
Pigliata confidenza se mettetero a sonare
e a cantà co’ l’angeli e co’ Maria
co’ ‘na voce ch’era accussì doce
ca ‘o Bammeniello s’addurmette in pace
E Ninnillo mio si’ tu
e si tu sole d’amore
E Ninnillo mio si’ tu
e si tu sole d’amore